E’ Consumatore il fidejussore che riceve il Compenso per la prestazione di garanzia

E’ qualificato come Consumatore il fidejussore che percepisce un Compenso per la prestazione di fidejussione o altra garanzia, ai sensi dell’art. 44, comma 1, lettera d), del TUIR (D.P.R. 22/12/1996, n. 917 – Testo Unico delle Imposte sui Redditi).

Se il fidejussore è infatti una Persona Fisica che percepisce il Compenso ai sensi dell’art. 44 TUIR non agendo in regime d’impresa, ricolloca, per relationem, il proprio status di Consumatore in linea con i principi Comunitari, previsti fin dalla genesi delle Direttive sul Credito al Consumo e può godere delle maggiori tutele previste dalla L. 206/2005.

Durante i lavori preparatori della prima Direttiva Europea sul Credito al Consumo, tali principi erano stati messi in risalto dal Comitato Economico e Sociale, su diretta consultazione della Commissione Europea. Il Comitato, nel corso della 175° sessione plenaria svoltasi a Bruxelles il 30 e 31 gennaio 1980, aveva formulato così il suo Parere:

 

PARERE DEL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE

OSSERVAZIONI PARTICOLARI

2.1 Campo di applicazione della direttiva (articoli 1 e 2)

2.1.1 Definizione del termine consumatore (articolo 1, punto 2, lettera a)

Dato che l’articolo 1, punto 2, lettera a), intende definire il campo di applicazione della direttiva, questo risulterebbe più chiaro e i tribunali disporrebbero di un migliore orientamento se il consumatore fosse definito come una persona fisica che non agisce – né pretende di agire – in veste commerciale o professionale

 

Per (ri)acquisire il proprio status di Consumatore, il fidejussore deve quindi ricevere il Compenso ai sensi dell’art. 44 TUIR, comma 1, lettera d), secondo criteri certi, congrui ed istituzionalmente riconosciuti.

D’altronde, la garanzia si basa su “un impegno personale del garante o del fideiussore al pagamento del debito contratto da un terzo”, comportando “obblighi onerosi che hanno l’effetto di gravare il suo patrimonio di un rischio finanziario spesso difficile da misurare” (Corte Giustizia Europea, ordinanza del 19 novembre 2015, causa C-74/15).